Spesso l’avvio di una carriera da freelance, con la conseguente apertura di una partita IVA, coincide con la chiusura di un rapporto di lavoro subordinato. Interrompendo un primo percorso lavorativo è più facile pensare, infatti, di investire le proprie energie e risorse in una nuova attività indipendente. Per questo motivo tra le domande che più di frequente si pongono i futuri professionisti autonomi c’è la fatidica questione: è possibile far convivere NASpI anticipata e partita IVA?
Il tema coinvolge in realtà anche quanti erano in possesso di partita IVA prima di interrompere il proprio contratto di lavoro e si ritrovano, solo successivamente, a richiedere un’indennità di disoccupazione.
Entriamo nel dettaglio e facciamo un po’ di chiarezza partendo dalla definizione di NASpI: che cos’è, quando se ne ha diritto e come può convivere con l’apertura o con la gestione di una partita IVA.
Con il termine NASpI si intende la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, un’indennità di disoccupazione che nasce come forma di supporto per chi interrompe un rapporto di lavoro subordinato e corrisponde ad una somma di denaro da erogare per un tempo massimo di 2 anni. Com’è noto, quindi, la NASpI è un sostegno economico rivolto al disoccupato nell’attesa che trovi un nuovo impiego di lavoro.
La NASpI anticipata, come lo stesso aggettivo suggerisce, non è altro che la richiesta di questa stessa indennità di disoccupazione in un’unica soluzione, cosa che può avvenire nel caso in cui il professionista abbia avviato un’attività lavorativa in forma autonoma, come l’apertura della Partita IVA, sia personale che di società.
Vista così, la NASpI anticipata rappresenta una bella opportunità, soprattutto se si vuole avviare da zero un’attività in proprio e considerando che non sono previste riduzioni nella riscossione dell’indennità nel caso si produca un reddito superiore ai 4.800 €.
Ma NASpI, anticipata o mensile, e partita IVA sono sempre compatibili? In linea teorica le due condizioni possono convivere ma solo in presenza di determinate condizioni. Entriamo quindi nel dettaglio e vediamo tutto quello che un libero professionista dovrebbe sapere sull’argomento.
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Molti freelance come te si chiedono se sia possibile richiedere l’indennità di disoccupazione e allo stesso tempo avere un’attività autonoma che genera reddito. Il dubbio è comprensibile considerando che, come abbiamo chiarito, la NASpI rappresenta proprio un sostegno economico volto a supportare il lavoratore che si trova a dover cercare un nuovo impiego e dunque non ha un reddito.
Eppure, disporre di una partita IVA, generare dei ricavi fonte di reddito e percepire al contempo un’indennità di disoccupazione è possibile. In quali casi e quali condizioni ci devono essere?
Prima di tutto è importante sapere che, a prescindere dal fatto che tu abbia o meno una partita IVA, per richiedere la NASpI occorre possedere alcuni requisiti fondamentali:
Cosa si intende per disoccupazione involontaria? Per ricevere l’indennità di disoccupazione è necessario che l’interruzione del rapporto di lavoro sia avvenuta in maniera non volontaria per il dipendente: questo può verificarsi, ad esempio, nel caso di un licenziamento da parte del datore di lavoro, in caso di dimissioni per giusta causa del dipendente o al termine dello scadere di un contratto a tempo determinato
Ci sono poi requisiti contributivi e lavorativi da dimostrare. Per quanto riguarda quelli contributivi, nei quattro anni precedenti alla disoccupazione devi aver versato contributi INPS per 13 settimane. Mentre, secondo i requisiti lavorativi, puoi ottenere la NASpI se:
Una volta sicuri di possedere tutti i requisiti richiesti dalla normativa, è possibile avviare una richiesta di NASpI. Come procedere? La richiesta di indennità deve essere inviata rigorosamente entro 68 giorni dall’interruzione del contratto di lavoro, per via telematica e direttamente dal sito web dell’ente contributivo. L’indennità verrà poi calcolata sulla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni e per un periodo di massimo 24 mesi.
Come già anticipato in questo articolo, la NASpI può essere corrisposta mese per mese o in un’unica soluzione: nel primo caso abbiamo una NASpI mensile, nel secondo la NASpI anticipata, di particolare interesse per i liberi professionisti.
Nel caso tu sia un lavoratore involontariamente licenziato o beneficiario di NASpI e desideri avviare un'attività da freelance (o ne hai già una con relativa partita IVA), allora potresti decidere di richiedere la NASpI anticipata.
La richiesta di indennità è possibile e anche molto comune: molto spesso, infatti, l’interruzione di un rapporto di lavoro coincide con la decisione di dedicarsi maggiormente ad un’attività indipendente e l’indennità di disoccupazione, corrisposta in un’unica soluzione, si trasforma in un vero e proprio capitale da investire nel lancio del nuovo business.
In particolare possono richiedere una NASpI anticipata i lavoratori involontariamente licenziati e i beneficiari di NASpI che:
Ma come funziona la NASpI anticipata per libero professionista? Nel rispondere a questa domanda ci troveremo quasi sempre di fronte a due situazioni:
Vediamo cosa succede in entrambi i casi e come richiedere una NASpI anticipata se si è, o si sta per diventare, un lavoratore indipendente.
Sia che tu abbia già aperto una partita IVA sia che tu stia per farlo, i passaggi per richiedere una NASpI anticipata sono in realtà molto simili.
Nel caso si richieda l’indennità avendo già una propria attività e la relativa partita IVA, sarà necessario che prima sia avvenuta l’interruzione involontaria del rapporto di lavoro. Subito dopo sarà possibile:
Anche se ti trovi nella condizione di richiedere una NASpI anticipata senza aver ancora aperto la partita IVA, dovrai prima assicurarti di avere il requisito di disoccupazione, ossia che il tuo rapporto di lavoro subordinato sia ormai cessato.
Subito dopo sarà necessario:
In entrambi i casi, così facendo, potrai avere subito a disposizione l’intera somma della NASpI ma, contemporaneamente, dovrai stare attento a non sottoscrivere nessun contratto di lavoro subordinato nei 2 anni che seguiranno. Infatti, questa condizione potrebbe costringerti a restituire la quota di NASpI anticipata rimasta. Se per esempio sigli un nuovo contratto di lavoro dopo 10 mesi di NASpI, ti verrà chiesto di restituire la parte di indennità pari a un anno e i 2 mesi restanti.
Se sei un lavoratore che percepisce la NASPI e stai pensando di aprire una Partita IVA in Regime Forfettario, potresti chiederti se è possibile farlo senza perdere il diritto all'indennità. La risposta è sì: è possibile mantenere la NASpI anche in questo caso.
Il Regime Forfettario, infatti, altro non è che un sistema fiscale agevolato applicabile a chi ha un’attività autonoma e una partita IVA personale o come ditta individuale e produca un reddito annuo al di sotto degli 85.000,00 euro.
La risposta alla domanda “Posso aprire Partita IVA in Regime Forfettario mentre percepisco la NASpI?” è dunque affermativa. L’unica nota da dover tenere sempre presente è l’obbligo di non firmare nessun contratto privato nei 2 anni successivi alla richiesta. Pena, come anticipato, la restituzione delle mensilità mancanti fino ai 24 mesi.
Passiamo ora a vedere nel concreto cosa fare quando un libero professionista decide di richiedere la NASpI anticipata. Il primo step è quello di preparare tutta la documentazione richiesta dalla procedura, ossia:
Dopo aver preparato tutti i documenti, è possibile predisporre la richiesta in più modi:
La domanda deve essere inviata entro 30 giorni dall’inizio dell’attività da libero professionista e, quindi, dalla data di apertura della partita IVA. Per tutti quei liberi professionisti che erano, invece, già in possesso di partita IVA al momento di interruzione involontaria del rapporto di lavoro subordinato, la richiesta di NASpI anticipata deve essere presentata entro 30 giorni da quella di indennità NASpI. Così facendo, entro un mese dall’invio della richiesta anticipata, si conoscerà l’esito della domanda!
È bene precisare che, se il lavoratore, mentre fruisce delle NASpI, apre una domanda di partita IVA per lo svolgimento di un'attività autonoma e dimentica di presentare la domanda di NASPI anticipata entro 30 giorni da questa apertura, continua a ricevere la NASpI ogni mese solo se comunica all’Inps, nei 30 giorni dall’apertura della partita IVA, il proprio reddito lordo presunto con il modello NASpI COM. Comunicare il reddito presunto all’INPS nel modello NASpI COM per l’anno in corso è fondamentale perché tale fatturato deve essere inferiore a 4.800,00 euro. Infatti se il reddito supera questa soglia, allora decade il diritto alla NASpI anticipata.
Se invece il lavoratore effettua una domanda di NASpI anticipata prima di aprire la partita IVA, in quel caso non dovrà attenersi ad alcun limite reddituale. Questo perché il tetto di 4.800,00 euro di reddito riguarda esclusivamente chi desidera ricevere la NASpI e contemporaneamente il reddito proveniente dalla nuova attività con partita IVA senza richiedere la liquidazione anticipata in una sola soluzione.
Come essere sicuri di aver presentato la domanda correttamente? Predisporre una richiesta di NASpI anticipata può comportare il supporto di un consulente specializzato, un commercialista o una figura esperta che possa supportarvi nella compilazione della documentazione e nell’invio corretto della domanda.
La restituzione della NASpI anticipata dipende dalle circostanze individuali di ciascun lavoratore. In generale, la restituzione è dovuta quando:
In questi casi, il lavoratore deve restituire la parte di NASpI anticipata che eccede l'importo spettante in base al nuovo reddito o alle altre prestazioni percepite. È possibile richiedere un piano di rimborso rateizzato all'INPS se l'importo da restituire è elevato.
Tuttavia, se il beneficiario mantiene i requisiti per la NASpI anticipata per l'intera durata del periodo di percezione, non è necessario restituire la prestazione.
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