Come farti pagare per il tuo lavoro da freelance

Xolo
Autore Xolo
Scritto da 01 febbraio, 2023 8 minuti di lettura

Lavorare come freelance è una scelta che può riservare molte soddisfazioni. Come ogni professione autonoma, tuttavia, bisogna prestare la dovuta attenzione al pagamento: in questo caso lo stipendio non viene accreditato automaticamente sul conto a fine mese, come accade per i lavoratori dipendenti; per i freelance farsi pagare è parte essenziale del lavoro stesso e richiede procedure specifiche.

In questa breve guida, ti spiegheremo come farti pagare per il tuo lavoro di freelance puntualmente, senza avere brutte sorprese e, soprattutto, senza doverti preoccupare di nulla.

 

Come farsi pagare quando si è freelance: consigli utili

Il numero dei freelance che lamenta di non essere pagato puntualmente è significativo. Questo induce a riflettere su un problema, come quello della regolarità dei pagamenti per i lavoratori autonomi, che non può e non deve essere ignorato.

Chiariamo una cosa: non esiste una formula magica per imparare come farsi pagare da freelance con la massima puntualità. Ci sono però alcuni accorgimenti utili per fare in modo che il momento del pagamento non sia una fase troppo complicata del lavoro.

Tra i consigli che possiamo darti per aiutarti nel farsi pagare per il tuo lavoro da freelance ti ricordiamo:

  • Selezionare i clienti: quando si lavora in proprio, spesso si tende ad accettare tutti gli incarichi. A volte, però, bisogna imparare a dire di no. Anche se non si può sapere a priori quali clienti pagheranno puntualmente e quali no, effettuare una piccola ricerca preliminare prima di accettare un lavoro può essere d’aiuto. Innanzitutto, bisogna fare un rapido controllo della reputazione dell’azienda che ti ha contattato: potrai così scoprire se opera da lungo tempo o è una realtà recente, se ha anche uffici fisici o è solo online, se ha degli account social e di che natura è la maggior parte dei commenti rilasciati dagli utenti. Un’ulteriore indagine può permetterti di scoprire dipendenti o ex dipendenti (magari tramite il loro profilo LinkedIn o quello dell’azienda stessa) o conoscere ciò che pensano i clienti attraverso piattaforme come Trustpilot. Ricorda che più un’azienda vanta una solida reputazione, maggiori sono le probabilità che ti paghi regolarmente.

  • Stabilire regole condivise. Una volta accettato l’incarico, è importante stabilire insieme al cliente delle regole condivise. Per quanto riguarda i tempi di consegna del lavoro, per esempio. Ma anche rispetto al pagamento. A questo proposito, è utile:

    • Creare un preventivo dettagliato e/o un contratto: dopo aver parlato con il cliente e aver chiarito quali sono  desiderata e obiettivi, crea un documento che contiene una descrizione precisa ed esaustiva delle attività che andrai a svolgere, come e quando. A questo punto, inserisci la proposta economica per quanto presentato. Condividi questo documento con il tuo cliente per accettazione e sottoscrizione.

    • Stabilire le modalità di pagamento: quando vuoi essere pagato e in che modo? A fine mese tramite bonifico bancario? Preferisci farti dare un acconto a inizio o a metà lavoro e poi il saldo al termine? Sono tutti dettagli che è fondamentale concordare con il cliente. Ciascuna azienda, infatti, ha i propri standard. Ma in base al lavoro che devi fare e alle tue esigenze si possono trovare compromessi che vadano bene per entrambe le parti.

  • Comunicare in modo semplice e chiaro. Questo punto, in realtà, si ricollega al precedente, perché una comunicazione trasparente con il cliente è indispensabile per evitare brutte sorprese, anche per quanto riguarda i pagamenti. Per esempio, se accetti un incarico e al termine del lavoro vuoi essere pagato tramite PayPal, ma il tuo cliente non accetta questo metodo di pagamento, potresti trovarti in una situazione complicata. Meglio allora parlare chiaro fin dall’inizio, spiegando al cliente che per il lavoro che ti ha affidato vorresti ricevere il compenso tramite PayPal, così nel caso avesse problemi, potrebbe comunicartelo subito, in modo da trovare insieme una soluzione alternativa.

  • Fattura correttamente. Grazie alla fatturazione elettronica, tutti i freelance titolari di partita IVA hanno uno schema standard per fatturare. Nel caso rientrassi tra i lavoratori autonomi che non sono tenuti a emettere fattura elettronica, la ricevuta da inviare al cliente per ricevere il compenso pattuito deve comunque essere leggibile e chiara in ogni dettaglio, dai dati anagrafici tuoi e del cliente alle modalità di pagamento, fino alla descrizione del lavoro svolto. 

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Come farsi pagare quando si è freelance: cosa dice la legge

Il lavoro come freelance deve essere sempre pagato, a patto, naturalmente, che non si tratti di una prestazione volontaria. Lo dice anche la legge, sottolineando che non occorre necessariamente un mandato scritto per pretendere il pagamento della prestazione. Ciò significa che un lavoratore autonomo deve sempre essere pagato, a prescindere che la natura dell’incarico che è stato chiamato a svolgere sia stata messa o meno nero su bianco. Per fare un esempio concreto, se andiamo dal nostro avvocato e gli chiediamo un parere professionale su una certa questione, può poi presentarci la parcella, anche se tutta l’operazione non è stata accompagnata da alcun atto scritto. 

E se il professionista non risolve il problema per cui è stato chiamato, come può essere il caso di un idraulico che non riesce ad arginare una perdita a casa nostra? Anche in questo caso, bisogna comunque pagarlo, perché ha profuso tutto l’impegno possibile nel proprio lavoro. 

Naturalmente, queste che abbiamo appena descritto sono situazioni ideali. Spesso, tuttavia, farsi pagare per il tuo lavoro da freelance può essere una vera e propria corsa a ostacoli, soprattutto se il cliente non è pienamente soddisfatto della tua prestazione. E se non c’è di mezzo un atto scritto, se il cliente rifiuta di pagare e decidi di andare per vie legali potrai comunque portare altre prove a tuo supporto, dai testimoni fisici ad eventuali comunicazioni intercorse tra te e il cliente, come messaggi, e-mail o telefonate. 

Un professionista che non riesce a farsi pagare può sempre ricorrere al tribunale: sarà il giudice (o il giudice di pace, per compensi fino a 5.000 euro) a ordinare al cliente di procedere con il pagamento.

Come fare in questo caso? Per prima cosa ti consigliamo di procedere per step

1- invia tu stesso un sollecito di pagamento al cliente specificando che, se non provvederà a saldare quanto ti è dovuto, ti rivolgerai ad un avvocato; 

2- coinvolgi un avvocato e fai mandare in via formale un sollecito di pagamento (ad esempio tramite PEC), comunicando la volontà di rivolgerti a un giudice nel caso anche questo tentativo dovesse rivelarsi fallimentare;

3- richiedi ad un giudice l’emissione di un decreto ingiuntivo di pagamento, con cui il tuo cliente non solo è obbligato a darti quanto ti spetta ma pagare anche interessi e spese legali. 

Attenzione però: il tribunale può imporre il pagamento se e solo se il professionista dimostra, con i diversi mezzi che ha a sua disposizione, di aver elargito una prestazione per la quale non ha ricevuto il compenso pattuito. Se è invece il freelance a dimostrarsi negligente, non solo il giudice respingerà la richiesta di pagamento ma potrebbe anche obbligarlo a risarcire eventuali danni. 

 

Come farsi pagare quando si è freelance: metodi di pagamento

Tra gli aspetti che riguardano il farsi pagare per il tuo lavoro di freelance non bisogna trascurare anche il metodo di pagamento.

Esistono infatti diverse modalità tramite le quali si può pagare la prestazione di un libero professionista:

  • In contanti, con l’accortezza di non superare il tetto massimo stabilito per legge;

  • Tramite bonifico bancario, una delle scelte più diffuse, comode e pratiche. Una volta arrivata la fattura al cliente, questi può saldarla direttamente tramite il proprio servizio di home banking e il professionista si troverà la somma accreditata sul proprio conto. Il bonifico bancario è un metodo di pagamento tracciabile e sicuro, ideale anche per i freelance;

  • Con PayPal: è sufficiente avere un conto dedicato e il cliente può pagare la prestazione del freelance anche online senza alcun problema.

  • Con una ricarica. Se hai un conto associato a una carta prepagata, come può essere Postepay, puoi chiedere al cliente di ricaricarla, anche in contanti e sempre tenendo presente la cifra massima di ricarica.

 

Un discorso a parte si fa per i professionisti con partita IVA che sono titolari di un e-commerce o di un negozio fisico. In questo caso, i clienti possono pagare la merce – e, conseguentemente, il compenso del professionista - anche attraverso carta di credito o carta prepagata. Si tratta di sistemi di pagamento semplici, sicuri e pratici: per esempio, per effettuare un acquisto online non bisogna fare altro che inserire i propri dati per la spedizione e per la fatturazione e quelli della carta. Generalmente, se si utilizza la carta con un’applicazione collegata sullo smartphone o sul tablet, viene richiesta l’autorizzazione tramite l’inserimento di un codice PIN per procedere con il pagamento.

 

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Come farsi pagare quando si è freelance: metodi di pagamento dall’estero

Essere freelance in molti casi significa anche avere una carriera di respiro internazionale. Pensiamo, per esempio, agli artisti, che hanno spesso l’opportunità di esporre all’estero e di ricevere proposte proprio da committenti stranieri. In questo caso è frequente che il pagamento provenga da un Paese estero. Come ci si comporta in una situazione del genere?

Innanzitutto, bisogna capire con che metodo di pagamento si riceve il compenso per la prestazione elargita.

Per esempio, se si ha un negozio online e si permette di fare acquisti anche da Paesi esteri, se il cliente paga con una carta il procedimento è esattamente lo stesso che in Italia; quindi, ci si ritroverà semplicemente con il proprio guadagno, a prescindere dalla parte del mondo da cui proviene.

Consideriamo ora, invece, di dover ricevere un pagamento a fronte di una prestazione di tipo intellettuale, come può essere quella di un freelance chiamato a tradurre un libro nella propria lingua. In questo caso, se il committente risiede all’estero, può scegliere di pagare il freelance tramite bonifico bancario.

Quest’ultimo può essere di due tipi:

  • Bonifico SEPA
  • Bonifico SWIFT

Esaminiamoli nel dettaglio per capire le differenze, utili per sapere come farsi pagare quando si è freelance e si lavora con un cliente estero.

 

Il bonifico SEPA, un modo rapido ed economico per farsi pagare dall’estero

SEPA è l’acronimo di Single Euro Payments Area e raggruppa tutti i Paesi che utilizzano l’euro come valuta nazionale e ne include anche altri che, pur non avendo l’euro come moneta, consentono l’invio e la ricezione di bonifici in euro. 

Facendo un bonifico SEPA, entro 24/48 ore lavorative è possibile ricevere un bonifico, tranne che di sabato, domenica o nei giorni festivi. Ciò significa che se il bonifico viene eseguito il venerdì, lo troverai sul conto il lunedì successivo. Devi anche considerare eventuali festività del Paese da cui proviene il pagamento, perché nel caso la ricezione del pagamento potrebbe slittare di un giorno.

Riguardo ai costi, il bonifico SEPA è sempre a carico dal mittente, fermo restando le condizioni applicate dalla banca e dal Paese di provenienza, perché in entrambi i casi potrebbero esserci commissioni.

 

Il bonifico SWIFT, come farsi pagare quando si è freelance dal resto del mondo

Come farsi pagare per il tuo lavoro da freelance dai Paesi extra UE? Uno dei metodi più pratici consiste nel bonifico SWIFT (acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication). Il pagamento avviene attraverso l’identificazione di un codice univoco ed è anche necessario possedere un conto corrente abilitato a ricevere pagamenti con valuta estera.

Per quanto riguarda le tempistiche, devi mettere in conto che per ricevere un pagamento effettuato tramite bonifico SWIFT occorreranno dai 7 ai 20 giorni, in base al Paese di provenienza e alla valuta. 

Rispetto ai costi, il sistema bancario internazionale prevede tre principali opzioni:

  1. SHA che prevede una ripartizione delle spese tra chi effettua il bonifico (che paga le commissioni della banca) e chi lo riceve (che copre i costi della propria banca);

  2. OUR: in questo caso i costi sono coperti interamente da chi effettua il bonifico;

  3. BEN: al contrario, qui è chi riceve il denaro a coprire tutti i costi.

Richiedere un bonifico estero è semplice: nel caso dei bonifici SEPA, è sufficiente comunicare le proprie coordinate bancarie, indicando il conto corrente sul quale si desidera ricevere il versamento.

Per i pagamenti a fronte di una prestazione, come avviene nel caso dei freelance, il cliente deve inserire sempre la causale, in modo da implementare ulteriormente la tracciabilità del pagamento.

Se invece si tratta di richiedere un bonifico SWIFT, oltre all’IBAN bisogna comunicare anche i codici BIC, che identificano la banca. Per conoscerli, basta chiederli alla tua banca, anche se si possono trovare anche sull’estratto conto o sulla tua home banking (anche nella versione app).

 

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