
La fattura è quel documento fiscale che tutti i possessori di partita iva (sia i liberi professionisti che i piccoli artigiani e commercianti) sono tenuti ad emettere per poter richiedere il pagamento per la propria attività. È un documento obbligatorio per tutti e con alcune informazioni e campi fissi da compilare; esistono la fattura elettronica e quella cartacea. In questo articolo capiremo insieme come emettere correttamente una fattura, sia in formato cartaceo che elettronico, in particolare vedremo come emettere fattura in regime forfettario e se è necessario in questo caso emettere una fattura elettronica.
Il regime forfettario è quel regime fiscale agevolato che assicura alcuni vantaggi ai titolari di partita iva che hanno i requisiti per aderirvi. Fino ad oggi, una delle agevolazioni è stata legata all’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica (esclusi i casi di fatturazione nei confronti della Pubblica Amministrazione), esteso invece a tutti i soggetti aderenti al regime ordinario. Questo però cambierà nel corso del 2022: infatti, a dicembre 2021 il Consiglio dell’Unione Europea ha dato il via libera all’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche per i titolari di partita iva in regime forfettario; dunque, si attende che questa indicazione venga recepita dalla normativa italiana nei prossimi mesi.
Per il momento, comunque, chi aderisce al regime forfettario non è obbligato ad emettere fattura elettronica (ma può scegliere facoltativamente questa opzione, ottenendo anche alcuni incentivi), e può limitarsi alla semplice fattura cartacea. Vediamo allora come si emettono correttamente le fatture elettroniche e le fatture cartacee.
In caso di emissione di fattura cartacea, è sufficiente inserire nel documento i seguenti dati e formule fisse:
Dal 2019 è possibile emettere la fattura elettronica: questo, come dicevamo, è obbligatorio per chi aderisce al regime fiscale ordinario e facoltativo (ma molto consigliato) per chi aderisce al regime forfettario.
I vantaggi della fatturazione elettronica anche in regime forfettario vanno dall’eliminazione dei costi di stampa, spedizione e conservazione dei vari documenti alla riduzione del periodo di accertamenti fiscali (da 5 anni può scendere a 4 o addirittura anche a 2).
La fattura elettronica è un documento in formato xml prodotto tramite computer, smartphone o tablet e inviato a un Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate, che si occupa di verificare che il documento sia formalmente corretto e che le partite iva indicate siano realmente esistenti, per poi inoltrare la fattura al destinatario.
Per poter emettere fattura elettronica in regime forfettario è sufficiente avere a disposizione un computer (o altro dispositivo elettronico) e un software che consenta la compilazione di file xml. Ne esistono di appositi, dedicati espressamente alla realizzazione delle fatture elettroniche, rilasciati dall’Agenzia delle Entrate, oppure si possono usare software privati analoghi su internet.
È sufficiente compilare il modello di fattura elettronica proposto dal software con tutti i dati e le diciture richiesti (non dissimili da quelli previsti nella fatturazione cartacea visti nel paragrafo dedicato) e apporre la propria firma digitale.
Bisogna poi inviare la fattura elettronica al Sistema di Interscambio tramite PEC (posta elettronica certificata), tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate nell’apposita area, “Fatture e Corrispettivi”, o attraverso l’app FatturAE creata dall’Agenzia delle Entrate.
A questo punto il SdI provvede al controllo del documento e, se non riscontra anomalie, procede con l’invio al destinatario all’indirizzo telematico indicato nella fattura, provvedendo a inviare al mittente una ricevuta di recapito se l’operazione è andata a buon fine o, in caso contrario, una ricevuta di scarto della fattura.
Il fornitore ha anche in questo caso l’obbligo di assolvere all’imposta di bollo, che deve essere pagata tramite il versamento con apposito modello telematico F24 entro 120 giorni.
In ogni caso, vige l’obbligo di conservazione delle fatture, sia cartacee (stampate, per 10 anni) sia elettroniche, tramite l’apposito sistema digitale (conservazione sostitutiva).
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