Maternità e paternità: le indennità fiscali per Partita Iva

Xolo
Autore Xolo
Scritto da 04 aprile, 2022 5 minuti di lettura

L’arrivo di un figlio è certamente una sensazione indescrivibile, che porta con sé tantissime emozioni: una nuova vita a cui dedicare attenzioni, amore e cure. Oltre a questo, però, sul piano pratico è importante concentrarsi sulle molteplici cose da fare e organizzare per gestire al meglio il nuovo arrivo: tra queste, senza dubbio, ci sono il congedo e l’indennità fiscale di maternità (e anche di paternità), che arriva in automatico se si è lavoratori dipendenti, ma che invece bisogna richiedere con le adeguate procedure se si è lavoratori freelance (liberi professionisti o parasubordinati). 

La Legge di Bilancio 2022, pubblicata il 31 dicembre 2021 nella Gazzetta Ufficiale, ha introdotto alcune importanti novità per quanto riguarda il congedo di maternità e di paternità, aggiungendo tre mensilità in più oltre alle cinque già previste in precedenza, solo in determinati casi e se si è in possesso dei requisiti previsti. 

In questo articolo vediamo insieme nel dettaglio in cosa consiste l’indennità di maternità con la partita iva in regime forfettario (e l’indennità di paternità), come contribuisce l’INPS, cosa viene garantito a livello economico e quali requisiti è necessario che i liberi professionisti abbiano per poterne fare richiesta.

 

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Una premessa: l’indennità di maternità e di paternità

Prima di iniziare, è bene fare una premessa per evitare di creare confusione. Come citato anche nella Legge di Bilancio, nel corso di questo articolo parleremo per comodità di indennità di maternità: è stato chiarito però, da parte dell’INPS, che in realtà questa indennità non è ottenibile soltanto dalla madre, ma anche, in modo alternativo, dal padre (indennità di paternità), se si verificano le seguenti condizioni:

  • il padre sia un lavoratore autonomo iscritto alla Gestione separata INPS
  • il reddito da lui dichiarato per l’anno precedente sia al di sotto della soglia di 8.145 €
  • in caso di improvvisa morte della madre o altra forma di sua grave infermità
  • in caso di abbandono o di non riconoscimento del figlio da parte della madre
  • in caso di affido esclusivo del bambino al padre

 

Se dunque la madre, lavoratrice freelance, per uno dei sopracitati motivi non fa domanda per l’indennità di maternità, con questi requisiti il padre può fare richiesta dell’indennità di paternità, in modo alternativo e non complementare.

 

Indennità di maternità per le lavoratrici autonome

Fino al termine del 2021, la maternità INPS prevista per le libere professioniste era di cinque mesi, da suddividersi in linea generale con due mensilità da godere prima del parto e tre da sfruttare dopo il parto, ma comunque considerati obbligatori a prescindere dalla reale sospensione dalle attività di lavoro. Questo tipo di maternità, chiamata appunto obbligatoria (da distinguersi rispetto a quella facoltativa e a quella extra che a breve prenderemo in esame) viene finanziata dal contributo previdenziale dello 0,72% che viene versato dalle lavoratrici freelance all’INPS contestualmente al pagamento delle tasse e dei contributi.

Oltre a questo, però, la Legge di Bilancio del 2022, attraverso l’articolo 239, ha aggiunto la possibilità di ottenere altri tre mesi di indennità di maternità, arrivando così a otto mesi totali: l’ottenimento dei tre mesi aggiuntivi, però, è possibile soltanto se il reddito dell’anno precedente rispetto all’inizio della maternità è inferiore alla soglia fissata di 8.145 €.

Vediamo dunque tutti i requisiti che bisogna avere per ottenere l’indennità di maternità, comprese le tre mensilità extra.

 

I requisiti che una lavoratrice freelance deve avere per ottenere l’indennità extra di maternità

Una donna che lavora come libera professionista può accedere all’indennità extra di maternità, dunque ai tre mesi aggiuntivi oltre ai cinque già previsti, a patto che faccia parte di una delle seguenti categorie a livello di previdenza fiscale:

  • deve essere iscritta alla Gestione separata INPS – oppure  
  • deve essere iscritta alle Gestioni autonome INPS – oppure  
  • deve essere iscritta, in alternativa, a una specifica Cassa previdenziale di appartenenza non gestita direttamente dall’INPS, tra una delle seguenti:
    • l’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici 
    • l’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei veterinari
    • l’Ente nazionale di previdenza e di assistenza dei farmacisti
    • la Cassa azionale di previdenza e assistenza di avvocati e di procuratori
    • la Cassa nazionale del notariato
    • la Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei geometri
    • la Cassa nazionale di previdenza e assistenza degli ingegneri e degli architetti 
    • la Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti
    • l’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei consulenti del lavoro
    • la Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei ragionieri e dei periti commerciali
    • la Cassa di previdenza per l’assicurazione degli sportivi

 

Inoltre, come anticipato, il requisito fondamentale affinché la lavoratrice freelance possa far domanda dell’indennità dei tre mesi extra è il seguente:

  • deve aver dichiarato a livello fiscale, nell’anno precedente l’inizio della maternità, un reddito annuo che non superi il tetto massimo fissato a 8.145 €. Nota bene: per “anno precedente” si prende in considerazione il periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre rispetto alla data di inizio del periodo di maternità. Poiché la norma è valida a partire dal 2022, l’indennità extra si può applicare a tutti i periodi di maternità successivi al 1° gennaio 2022 o che comunque in parte ricadono in questa annualità: non sono invece indennizzabili i periodi di maternità che sono terminati prima del 1° gennaio 2022.

 

È inoltre richiesto il seguente requisito collaterale al fine di ottenere l’indennità extra di maternità:

  • essere in regola con il versamento dei contributi per il periodo in oggetto, dunque è necessario possedere la qualifica di lavoratrice autonoma, che si trova nell’iscrizione alla propria gestione previdenziale, ed essere in regola con la copertura contributiva per il periodo indennizzabile

 

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Qual è il periodo indennizzabile di maternità e qual è l’importo garantito?

Facciamo ulteriore chiarezza in merito all’importo economico che viene assicurato dall’indennità di maternità e al periodo che viene preso in considerazione.

I tre mesi aggiuntivi dell’indennità di maternità concessi alle lavoratrici autonome possono essere sfruttati entro i primi 12 mesi di vita del bambino (o dell’entrata in famiglia del minore, per i casi di adozione e di affido), e sono fruibili solo al termine dell’intero periodo indennizzabile di maternità.

L’importo economico garantito dall’indennità di maternità corrisponde all’80% della retribuzione giornaliera per l’attività svolta, come stabilito dalla Legge in modo annuale, e non può eccedere l’importo minimo di cinque volte.

 

Come fare domanda all’INPS per l’indennità di maternità

La richiesta di indennità di maternità (o di paternità) può essere inoltrata all’INPS attraverso i canali telematici: la cosa più semplice è utilizzare il sito web usando lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), la Carta di Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS), oppure si può richiedere il supporto dei CAF e dei patronati o ci si può rivolgere al Contact Center Integrato, telefonando da rete fissa al numero verde gratuito 803 164 oppure al numero 06 164164 a pagamento, da rete mobile.

La richiesta può essere inoltrata dal sesto mese di gravidanza in poi, e non oltre sei mesi dalla data del parto. Bisogna inoltre accludere alla richiesta il certificato di gravidanza, che attesti la data presunta del parto, e la dichiarazione che garantisce l’assenza di altri tipi di indennità di maternità versate dall’INPS.

 

L’indennità di paternità

La Legge di Bilancio 2022, oltre ad aver sancito l’indennità extra dei tre mesi aggiuntivi come abbiamo analizzato nei paragrafi precedenti, ha inserito anche una precisazione per quanto riguarda il congedo di paternità per i lavoratori dipendenti: in particolare, stabilizza quanto era già stato inserito in modo soltanto sperimentale nel 2021, cioè il congedo di dieci giorni dal lavoro con una retribuzione del 100% e l’aggiunta di un giorno facoltativo, senza retribuzione, da usare entro il compimento del quinto mese del bambino.

 

Sei una freelance con la partita Iva e vuoi fare richiesta dell’indennità di maternità? Affidati a Xolo!


Abbiamo provato a illustrare che cos’è l’indennità di maternità (e quella di paternità), quali sono i requisiti per poter farne richiesta, come inoltrare in modo corretto la domanda all’INPS e qual è l’importo economico che viene garantito alle lavoratrici autonome: se hai ancora dei dubbi, sei una libera professionista e vuoi richiedere l’indennità di maternità, non esitare a contattare gli esperti di Xolo! Potremo darti il nostro pieno supporto in questa fase, in modo che tu non abbia preoccupazioni e possa goderti questo momento speciale senza altri pensieri!

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