Sei un lavoratore autonomo titolare di partita IVA? Senza dubbio dunque saprai che, oltre alle tasse, ai tributi e contributi che devi annualmente versare allo Stato, esistono anche alcune agevolazioni fiscali che, se gestite nel modo corretto rispettando tutti i requisiti richiesti, possono portare ad un risparmio economico, naturalmente in modo assolutamente lecito e documentato: ci stiamo riferendo al mondo delle detrazioni e deduzioni fiscali.
Ma sai che cosa sono esattamente, e chi può beneficiarne? Sai che differenza c’è tra detrazioni e deduzioni? E quali sono le novità in merito alle agevolazioni fiscali per i lavoratori autonomi? Conosci nel dettaglio quali tipologie di costi e in che modo i liberi professionisti possono scaricare, al fine di ottimizzare il proprio reddito?
Proviamo a rispondere insieme a queste domande analizzando tutto quello che c’è da sapere in materia di detrazioni e deduzioni fiscali per i lavoratori autonomi, facendo prima una premessa per chiarire il quadro generale in cui ci orientiamo: coloro che possiedono la partita IVA e aderiscono a un regime agevolato (regime dei minimi o, ad oggi più frequentemente, regime forfettario) sono esclusi dalla possibilità di dedurre o detrarre queste spese – o meglio, in linea teorica potrebbero, ma nel loro regime fiscale pagano già una tassa forfettaria sul loro reddito imponibile (generalmente il 5% o il 15%) e sono esonerati dal pagamento dell’IVA, dunque è come se ci fosse già uno scarico fortemente forfettizzato al ribasso di tutte le spese sostenute per la propria attività.
Questo articolo si rivolge perciò principalmente ai lavoratori autonomi che aderiscono al regime ordinario, che sono appunto coloro che hanno la possibilità di ricorrere alle deduzioni e alle detrazioni fiscali.
Prima di addentrarci nelle modalità di detrazione e deduzione e capire quali novità sono state introdotte con l’ultima Legge di bilancio, vediamo nel dettaglio che cosa si intende con “detrazioni fiscali” e con “deduzioni fiscali”: i due termini, infatti, non si equivalgono ma stanno ad indicare due concetti tra loro diversi.
Vediamo dunque le principali differenze.
Le detrazioni fiscali riguardano quelle spese che vengono sottratte direttamente dalle imposte: sono cioè le detrazioni IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), che analizzeremo meglio in uno dei paragrafi successivi in relazione ai recenti cambiamenti. L’IVA è sempre detraibile al 100% in tutti gli acquisti di beni volti allo svolgimento dell’attività professionale delle attività di impresa, delle attività artistiche e di quelle di libera professione.
Le deduzioni fiscali, invece, sono tutte quelle spese che costituiscono la base imponibile, cioè che sono sottraibili dalla parte di reddito tassabile a partire dal fatturato annuo complessivo (tranne per coloro che sono in regime fiscale forfettario, come anticipato nell’introduzione): sono dunque spese direttamente ricollegabili all’attività lavorativa (secondo il principio di inerenza di cui all’articolo 109, comma 5, DPR n. 917/86 del TUIR), ma non per forza collegate ai ricavi in modo diretto e immediato. Questo significa che è possibile detrarre un costo (un componente negativo del bilancio) anche se esso non ha necessariamente generato un ricavo in modo diretto (un componente positivo del bilancio), ma è sufficiente che sia riconducibile allo svolgimento dell’attività professionale in senso ampio.
Oltre al principio di inerenza, per poter dedurre correttamente le spese vigono il requisito di certezza e quello di determinabilità oggettiva, secondo l’articolo 109, comma 1, secondo periodo del DPR n. 917/86 del TUIR: questi principi indicano il fatto che la spesa deve essere certa e non dubitabile e che essa possa essere quantificabile e dimostrabile in modo concreto.
Per fare degli esempi concreti che poi approfondiremo meglio nel paragrafo successivo, si possono dedurre – in varie percentuali – le spese sostenute per i materiali di cancelleria, i software gestionali, i corsi di formazione (entro il tetto massimo di 10.000 € annui), le utenze dell’ufficio, la strumentazione con cui si lavora (computer, telefono, stampante, etc.), i valori bollati, eventuale materiale promozionale, la consulenza iniziale di un esperto commercialista e i costi sostenuti per l’apertura della partita IVA, e via dicendo.
Lo sappiamo, familiarizzare e acquisire padronanza di questi concetti può non sembrare semplice e spesso si ha l’impressione di perdere tempo prezioso che potrebbe essere impiegato più fruttuosamente per fare decollare e crescere il proprio business. Ma la bella notizia è che non devi fare tutto da solo! Affidati a Xolo e lascia fare a noi, i nostri esperti fiscali e contabili sapranno dare una risposta semplice e chiara ad ogni tua domanda. Che aspetti?
Sia che si tratti di deduzioni che di detrazioni fiscali, per poter scaricare i costi i liberi professionisti sono tenuti a conservare tutti gli scontrini, le fatture e i vari documenti inerenti alle spese sostenute per l’attività professionale, di modo che sia possibile dimostrare le spese al momento delle verifiche necessarie.
Fatta questa dovuta premessa, proviamo ora a capire quali spese e in quale percentuale i liberi professionisti possono scaricare:
Esse sono deducibili al 100% sempre, anche nei casi in cui il materiale non venga usato solamente per scopi lavorativi ma sia utilizzato in modo promiscuo, cioè anche per uso personale; in questa categoria rientrano per esempio i computer, i telefoni, i tablet e simili e anche gli eventuali specifici software professionali.
Le spese per le trasferte legate ad eventi lavorativi e formativi, anche eventualmente quelle sostenute all’estero, sono deducibili al 100%, entro il tetto massimo di 10.000 € annui e se dimostrate non solo da scontrini e fatture ma anche da qualche documento che attesti il motivo lavorativo della trasferta (ad esempio il modulo di iscrizione ad un particolare evento di settore).
Le spese per i ristoranti e gli alberghi legate alla propria attività professionale sono deducibili al 75% entro il limite del 2% dei compensi totali fatturati in un anno, mentre l’IVA di queste spese è detraibile al 100%, sempre a patto che siano documentate da una regolare fattura.
Le spese delle utenze dell’ufficio dove il libero professionista esercita la propria attività – tra cui ad esempio quelle di acqua, gas, elettricità, internet, le spese per le pulizie e le spese condominiali – sono deducibili al 100%, mentre se egli lavora presso la propria casa (anche nel caso in cui sia in affitto) le spese delle utenze si possono dedurre al 50%.
Sia che si tratti di un ufficio che della propria casa, le spese compiute per l’arredo e per i lavori di ammodernamento sono deducibili al 50%.
L’acquisto del carburante e le spese per la manutenzione sono deducibili al 20%, l’IVA sull’acquisto di un’auto è deducibile al 40% mentre la quota di ammortamento annuale è deducibile al 20% con un limite di 18.000 €. Se l’automobile viene acquistata tramite leasing, esso non deve essere inferiore a 4 anni; se l’acquisto viene fatto tramite locazione, le spese sono deducibili al 20% con un tetto massimo di 3.615,20 € all’anno.
I costi legati ai telefoni, sia di rete fissa che di rete mobile, sono deducibili all’80%, mentre l’IVA è scaricabile totalmente per quanto riguarda le utenze fisse e al 50% per quelle mobili.
Le spese per i corsi di aggiornamento, di perfezionamento, di formazione come master e seminari, sia quelli obbligatori che quelli facoltativi, sono scaricabili al 100%, e anche l’IVA si può detrarre completamente; a questa categoria sono assimilabili anche le riviste, i libri e i giornali relativi al proprio settore professionale poiché pensati per il medesimo scopo.
Nella stessa ottica, anche le spese sostenute per l’assicurazione professionale, sia facoltativa che obbligatoria, sono deducibili al 100%.
Abbiamo dunque visto quali sono le spese che si possono scaricare e in quale percentuale, ma in che modo i liberi professionisti possono scaricare i relativi costi? Abbiamo già anticipato i tre principi che guidano la deducibilità: essi sono l’inerenza, la certezza e la determinabilità.
Oltre ai principi di inerenza, di certezza e di determinabilità, esiste anche un’altra regola da tenere bene a mente per poter scaricare correttamente i costi: il principio di cassa. Infatti, in questo caso vige il principio di cassa e non quello di competenza: ciò significa che le spese possono essere scaricate nell’anno in cui sono state effettivamente sostenute. Esso include nel reddito solo i ricavi e i costi per i quali c’è già stata una manifestazione finanziaria, cioè, in questo caso, le spese che risultano già pagate in un determinato anno.
Per un lavoratore autonomo (che aderisca al regime ordinario) è dunque molto utile avere le idee chiare in merito a detrazioni e deduzioni fiscali, poiché – come abbiamo visto – in questo modo è possibile scaricare alcuni costi e ottenere un risparmio economico.
In questo articolo abbiamo analizzato la definizione di detrazione e di deduzione fiscale e le principali differenze tra le due, abbiamo visto quali spese può scaricare un libero professionista, in quale percentuale e in quale modo può farlo, e abbiamo preso in considerazione le novità che sono state introdotte in materia di detrazioni IRPEF dalla Legge di bilancio del 2022. La figura del commercialista (anche quello online), infatti, non serve soltanto a tenere la contabilità e a eseguire la dichiarazione dei redditi, ma è in grado anche di avere il giusto quadro della situazione sulla deducibilità delle spese e sulla detrazione fiscale, per consentirti così di avere anche un buon risparmio economico sulla base del tuo reddito.
Quindi se hai ancora qualche dubbio, non esitare e rivolgiti subito al team di Xolo, i nostri esperti fiscali e contabili sapranno darti tutte le risposte che cerchi!
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