
I lavoratori autonomi che hanno partita IVA a regime ordinario sono tenuti a emettere fattura elettronica. Ma cosa succede se inavvertitamente si sbaglia a compilare qualche dato? In questo breve vademecum scopriremo come annullare e correggere una fattura elettronica per essere sempre in regola sia con i clienti sia dal punto di vista fiscale.
Bisogna innanzitutto tenere in considerazione le situazioni possibili in cui si presenta questa necessità, e cioè:
Prendiamo ora in esame ciascun caso.
Se non è stata ancora inviata, la procedura per correggere una fattura elettronica è molto semplice: senza nemmeno modificarne il numero, è sufficiente rivedere i dati errati, fare un ulteriore controllo e, infine, inviarla normalmente.
Nel processo di verifica della fattura, il SdI può riscontrare degli errori formali e, di conseguenza, rigettarla. In questo caso, entro cinque giorni dall’invio, il sistema cambia lo status della fattura, che da “inviata” passa, appunto, a “scartata”.
Il dato errato può essere legato al contenuto, alla dimensione o al formato del documento inviato o, ancora, all’autenticità della firma; in ogni caso, spesso, nel momento in cui arriva la notifica di scarto, questa è accompagnata sia dal numero dell’errore che da un riassunto del motivo per cui il file è stato rigettato.
A questo punto, per annullare una fattura elettronica scartata dal SdI occorre, entro e non oltre 5 giorni da quando è stato notificato lo scarto, correggerla e procedere a un nuovo invio, lasciando invariati numero e data di quella precedente. È tuttavia possibile emettere una fattura con una data e un numero nuovi, seguendo le indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate.
Spesso, però, il vero problema è capire se è possibile annullare una fattura elettronica già inviata e ricevuta dal destinatario: può infatti accadere che la fattura venga accettata dal SdI, in quanto priva di errori formali, ma che contenga dati errati.
In questo frangente, la fattura non può essere modificata, poiché considerata regolarmente emessa; di conseguenza, la soluzione più comune consiste nell’emettere una nota di variazione la cui funzione è appunto quella di rettificare una fattura già regolarmente registrata. La scelta più comune, in questi casi, consiste nell’emettere una nota di credito in riferimento al totale riportato sulla fattura sbagliata e, in seguito, redigere una nuova fattura con i dati corretti.
La nota di variazione non deve invece essere emessa nelle seguenti situazioni:
Al contrario di professionisti, privati e aziende, la Pubblica Amministrazione può rifiutare una fattura, anche se approvata dal SdI, seguendo due principali modalità:
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