Moltissime persone al giorno d’oggi scelgono di lavorare come liberi professionisti e freelance: meno vincoli, più libertà di gestione del tempo e dello spazio di lavoro, guadagni potenzialmente più elevati. Non bisogna però sottovalutare l’altro lato della medaglia, dato dalla maggiore incertezza di un lavoro autonomo rispetto a un lavoro subordinato.
Per questo, è bene che i liberi professionisti e i freelance siano ben informati anche di tutti i rischi che possono correre e dei metodi più adeguati ed efficaci per tutelarsi, sia a livello professionale che personale: questi sono costituiti essenzialmente dai fondi pensionistici e dalle assicurazioni, che sono molto consigliati proprio per evitare di ritrovarsi brutte sorprese e con le spalle scoperte.
In questo articolo analizziamo quali sono le assicurazioni irrinunciabili e i migliori fondi pensione per i freelance, come accedervi, quali sono gli obblighi e i requisiti e come trovare le opzioni più adatte per ciascuna circostanza.
Partiamo dal fondo pensionistico e facciamo subito chiarezza su che cos’è e come funziona questo sistema: esso è definibile come un organismo costituito come soggetto giuridico associativo nato con lo scopo di assicurare dei trattamenti previdenziali integrativi, oltre a quelli obbligatori, a tutti coloro che vi aderiscono tramite il versamento di appositi contributi.
Il sistema dei fondi pensione è nato nel 1993 con la riforma del sistema previdenziale pubblico (Decreto-legge n. 124) ed è stato poi rivisto e ampliato nel 2005, con il Decreto-legge n. 252.
In parole più semplici, è come se costituisse una “pensione di scorta” rispetto alla pensione statale, una sorta di tesoretto in cui viene depositata una certa cifra regolarmente – che generalmente può essere stabilita dal freelance stesso e in caso variata nel tempo – e che verrà poi recuperata appunto come pensione integrativa quando si interrompe la propria attività professionale.
Sottolineiamo fin da subito che il fondo pensione prevede una adesione facoltativa, volta appunto a integrare quella che sarà la pensione erogata dallo Stato alla fine della carriera lavorativa, alla quale invece è naturalmente obbligatorio contribuire attraverso il versamento annuale dei contributi – all’INPS o alle analoghe casse di previdenza sociale previste dalle diverse professioni. È però estremamente consigliato, a tutti i liberi professionisti, aprire un fondo pensionistico come tutela per il proprio futuro, dal momento che il loro assegno pensione previsto dallo Stato è nettamente inferiore rispetto a quello percepito dai lavoratori dipendenti, e andando avanti con gli anni si stima che il loro tasso di sostituzione scenderà ulteriormente (nel 2040 potrebbe essere quasi al 45%), dunque non potrà costituire la loro unica entrata come sostentamento durante la vecchiaia.
Analizziamo ora nel dettaglio la questione del fondo pensione integrativo per i freelance, dedicato a quei lavoratori indipendenti che non risultano iscritti a nessun albo, per capire qual è il più conveniente.
Al fondo pensione possono aderire facoltativamente sia i lavoratori dipendenti (sia pubblici che privati) sia i lavoratori autonomi (freelance e liberi professionisti, ma anche soci di cooperative), e infine anche le persone che non sono titolari di alcun reddito. Non esistono dunque limiti di età per poter accedere a un fondo pensione, anzi si consiglia di aderirvi all’inizio della propria carriera da freelance.
Esistono diverse tipologie di fondi pensione, che si caratterizzano per alcune differenze: vediamo le principali.
Ad ogni modo, sia il fondo a prestazione definita che il fondo a contribuzione definita funzionano in regime di capitalizzazione, cioè mettono in relazione i contributi versati con la prestazione finale che spetta agli aderenti: in parole semplici, ciò che si riceve come pensione al termine dell’attività lavorativa è commisurato a ciò che è stato accumulato durante gli anni.
I piani individuali pensionistici, noti anche con l’acronimo PIP, sono delle polizze vita introdotte nel 2000 con il Decreto-legge n. 47 e poi sostituito con il Decreto-legge n. 252 del 2005. Esse prevedono l’erogazione delle prestazioni pensionistiche in regime di rendita e, parzialmente, in regime di capitale, e l’adesione ad essi è volontaria e libera.
Il piano individuale pensionistico è essenzialmente una assicurazione vita suddivisa in due periodi: la fase di accumulo, che va dalla stipula del contratto fino al termine dell’attività lavorativa del soggetto aderente, e la fase di erogazione, che parte al termine dell’attività lavorativa e prevede che il lavoratore riceva ciò che ha accumulato durante la prima fase.
A loro volta, anche i piani individuali pensionistici si suddividono in tre tipologie, a seconda della forma della gestione finanziaria che utilizzano:
Abbiamo visto dunque che esistono diverse tipologie di fondi pensione, ma come può un freelance trovare quello più adatto a lui e alla propria situazione lavorativa? Il consiglio migliore è quello di affidarsi a un professionista del settore che possa dare tutte le indicazioni a partire da un’analisi del quadro del lavoratore, in modo da fornire una soluzione creata ad hoc per le sue esigenze.
Ad ogni modo, ci sono alcune considerazioni che sono sempre valide da tenere a mente: è bene sapere, infatti, che i PIP prevedono solo l’adesione individuale e non collettiva (propria solo del fondo pensione aperto) e permettono di avere un rendimento minimo garantito e un consolidamento dei risultati, proprio grazie al tipo di gestione del patrimonio degli aderenti, che non può essere toccato o coinvolto in procedure concorsuali da parte dei creditori.
Inoltre, per scegliere il proprio fondo pensione è bene partire dal calcolo ipotetico della propria pensione pubblica e da quello della pensione integrativa desiderata, oltre al proprio reddito, per poter fare un’analisi completa di ciò che conviene.
Il team di Xolo può supportarti in questo e darti i consigli giusti per trovare la soluzione piú in linea con la tua situazione e le tue necessità.
La tassazione sui fondi pensione è regolata dalla Legge di Stabilità del 2015 e in particolare dalla Circolare n. 2/E del 12 febbraio 2015, secondo cui l’imposta sostitutiva della tassa sul reddito è stata portata al 20%.
Oltre al fondo pensione, per un freelance è irrinunciabile avere anche una buona assicurazione; anzi, possibilmente una doppia assicurazione, poiché egli deve tenere conto sia dell’aspetto professionale che di quello personale, dal momento che, essendo un lavoratore autonomo, se non è in condizioni di svolgere la propria attività professionale per motivi personali non percepirà alcuna entrata, al contrario dei lavoratori dipendenti.
Al giorno d’oggi ne esistono di diversi tipi e con prezzi e condizioni flessibili e variabili, in modo che ogni freelance possa trovare quella più adatta alla propria situazione: nonostante inizialmente possa sembrare un costo eliminabile, non è affatto così.
Vediamo dunque tutto quello che c’è da sapere sulle assicurazioni personali e professionali per i freelance.
Chiariamo innanzitutto una prima questione: avere l’assicurazione è obbligatorio? Per i freelance, dunque quei lavoratori autonomi che non sono iscritti ad alcun albo professionale, l’assicurazione non è obbligatoria, anche se caldamente consigliata per tutelarsi da qualsiasi tipi di imprevisto.
Per gli altri liberi professionisti, coloro che invece risultano iscritti a un albo, ordine o cassa (come avvocati, ingegneri, medici, architetti, psicologi, veterinari, commercialisti, ecc.) l’assicurazione è obbligatoria, pena la radiazione o la sospensione dall’albo.
Come dicevamo, se sei un freelance e sfortunatamente subisci un infortunio che ti impedisce di lavorare, i tuoi guadagni ne risentiranno sensibilmente: è bene dunque tutelarsi anche a livello personale con uno o più tipi di assicurazione. I principali da prendere in considerazione sono l’assicurazione sulla vita, l’assicurazione sulla salute e l’assicurazione sugli infortuni: vediamoli insieme.
L’assicurazione sugli infortuni protegge il freelance dalle conseguenze di eventuali infortuni, e in particolare assicura una diaria giornaliera per il periodo in cui, a causa dell’infortunio, non può svolgere la propria attività professionale. Copre inoltre anche le spese mediche da sostenere a causa dell’infortunio stesso. È possibile affiancare anche un’assicurazione complementare contro eventuali danni permanenti in caso appunto di invalidità permanente.
L’assicurazione sulla vita è imprescindibile per i freelance il cui lavoro costituisce l’unica entrata all’interno della famiglia: per tutelare gli altri componenti del nucleo, è fondamentale che sia prevista un’assicurazione che diventi un’entrata nel caso sfortunato in cui il freelance morisse. È possibile stipulare questo tipo di assicurazione attraverso diverse formule con vari gradi di flessibilità, a seconda delle esigenze.
Come è noto, al contrario di altri Paesi come gli Stati Uniti, fortunatamente l’assicurazione sanitaria in Italia è pubblica, ma i freelance spesso non hanno le stesse tutele dei lavoratori dipendenti, e diventa per loro più conveniente anche in questo caso stipulare un’assicurazione integrativa sulla salute sia per se stessi che per eventuali familiari, in modo da coprire spese come quelle per il dentista, il fisioterapista, l’accesso a cliniche private e via dicendo.
Anche a livello professionale è fondamentale che i freelance abbiano una buona assicurazione che li tuteli da imprevisti ed errori che, seppur magari piccoli inizialmente, potrebbero diventare un grosso problema con ripercussioni legali ed economiche, soprattutto quando si ha a che fare con clienti terzi e progetti altrui.
Per questo un freelance dovrebbe prendere in considerazione la stipula di almeno un’assicurazione professionale a propria tutela: i due tipi principali sono l’assicurazione R.C. terzi professionale e la Tutela legale.
Questo tipo di assicurazione protegge il freelance proprio da eventuali danni economici (R.C. è acronimo di Responsabilità Civile) causati a terze persone per inadempienza contrattuale o altro tipo di errore professionale. Senza questa assicurazione basilare e irrinunciabile, il freelance rischia che possa venire intaccato il proprio patrimonio personale per far fronte al danno causato al cliente.
Anche questo tipo di assicurazione è importante, sia per far valere i diritti del freelance sia per tutelarsi in caso di controversia che finisce in tribunale, situazione purtroppo non rara. Per questo è bene avere una tutela da parte di uno studio legale che, in caso di bisogno, possa difendere l’operato del lavoratore freelance.
In questa guida abbiamo illustrato la fondamentale importanza, per un freelance, di avere un buon fondo pensione e di dotarsi di una copertura assicurativa - sia personale che professionale - analizzando le diverse opzioni disponibili e i rischi in cui si incorre in caso non ci si tuteli adeguatamente. Il mercato però è ampio e potresti trovarti in difficoltà nello scegliere le soluzioni ideali per te: non preoccuparti, per una consulenza e dei consigli davvero personalizzati puoi contare sul nostro team di esperti!
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